Il silenzio e l'ascolto

Abbiamo intrapreso una lettura, ma non sappiamo tradurla ai nostri occhi, non sappiamo incidere in loro la Luce. Sappiamo divorare righe, ma il suo significato qual'è? Sosteniamo il perdono, ma non osiamo preferirlo, non siamo pronti, non siamo dei bravi allievi, ma ci sentiamo maestri, maestri. Curiamo il nostro essenziale, senza andare oltre, senza dire al Signore, che ci sarebbe bisogno di fare, di dare, di amare di più. Siamo alla ricerca della Pietra scartata dai costruttori, ma non rispondiamo mai alla Sua Venuta, non siamo mai decisi a vivere, ma a seppellire ogni verità. Saliamo i gradini della fede con il desiderio di ottenere un miracolo, diamo valore alle mani che pregano,ma per pochi istanti, cosa sta accadendo? Ecco, che un pittore saprebbe dire, ecco che, con il suo pennello, saprebbe riallacciare tutti i colori, che per noi sono i fili della vita, ecco, che con la sua premitura sulla tavola, darebbe a noi, il silenzio e il suo ascolto. Il brivido avrebbe il suo esito, non sarebbe cancellato, perché, a quel punto, tutto sarebbe chiaro, non potremo far altro che divulgare l’emblema di una parodia ecclesiastica, senza chiederci il motivo, ma solo divulgare. Apparteniamo alla Sua Mano, c’è chi dice sia inutile, ma noi dobbiamo essere certi che nulla della nostra gioia andrà perduto, apparteniamo alla Sua Mano e quello che intorno pare distruttivo, per noi deve essere una Nuova Costruzione. Ci mettiamo davanti alla Porta e non sappiamo quando essa porterà a noi l’apertura, ma siamo certi che prima o poi si aprirà e il suo richiamo per noi sarà l’attesa avverata, per questo ancora una volta il saggio interverrà dicendo: ”Beato colui che ha atteso, e non ha dubitato, il suo cuore ha emesso profumi d’amore puro, questo è credere.” E allora viene da proteggere il silenzio e il suo ascolto su ogni dove, su ogni gesto, su ogni respiro anche il più breve, su ogni abbraccio, su ogni sguardo appoggiato alla Vita.

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