Parole, ancora parole, da custodire come se fossero gioielli preziosi, parole, parole da annaffiare come se fossero piante che vogliono crescere, parole, parole che fanno di noi una coreografia unica, siamo forse questo?
Abitiamo nelle dimore confortevoli, ma non abbiamo mai oltrepassato il senso della loro accoglienza, siamo in cammino per il detto, di un insegnamento, mai troppo incisivo.
C’è chi si scopre missionario e va nelle rive, predica la Parola e davanti a lui scopre, che anche i pesci del mare, sono quelle creature bisognose e così, allunga le sue braccia e il cielo, si dice, sia con lui.
Pare tutto una generazione senza una motivazione, eppure c’è chi si mette sopra una montagna e accende un fuoco per diventare parte della natura, eppure, eppure dove si sta andando?
Ci sono carezze che ancora non abbiamo voluto premere nel volto, per questo non sappiamo, dove posare un piede!
Teniamo sospesi gli anni che verranno, come una nuvola grigia, perché tutto è una cara incognita, sì, una cara incognita, perché non sappiamo se sarà una bella visione, ma dove si trova la fede?
Ce lo chiediamo ogni giorno, ma siamo ancora aridi, siamo ancora deserto, deserto e nient’altro. Cosa manca, cosa manca a noi?
La comprensione e il suo sorriso, rispondiamo aprendo il cuore, ma ecco essa viene, ecco non è mai stata distante, ecco la sua presenza, ecco che ci introduce alla stabilità del cammino.
Ci sorprendono i paesaggi della natura che cambia colore, ci diciamo che sta arrivando uno scenario meraviglioso, ci diciamo siamo nella comprensione e il nostro volto sorride derubando ogni dubbio altrui.
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