E’ questa certezza che mi fa prendere ancora una volta quella Croce, e restare attaccata a lei, per vivere il cuore, il cuore.
Non ho pianto perché salivo, le parti più dure di questa strada, ma solo perché mi sembrava che la pace fosse lontana da me, ma poi non era così.
Mi sono detta che ero stata scelta, mi sono detta che quelle parole scritte in un foglio non erano state altro che il mio futuro, ed io potevo sperare, sperare.
Ma cosa volevo dare?
Sono in cammino, mi ripeto, c’è strada da attraversare ed io voglio seguire il mio Sole, voglio perdere monete, voglio perdere frammenti di stoffa, voglio cercare il nuovo.
Abito tra le erbe, abito tra le pozzanghere, abito in questa povertà che non ha una veste precisa, ma ha solo il lato positivo di avermi ridato il sorriso che ho sempre cercato.
E ora non mi resta altro che guardare il sereno, so che mi chiederò del tempo per fare silenzio, so che mi avvicinerò al podio di una vittoria soltanto quando non attenderò più quel suo momento.
Mentre ora, ora vorrei chiudere una finestra per riposare, ma il mio pensiero va a quelle creature che hanno chiesto aiuto, il mio pensiero va oltre quelle nuvole, dove so che arrivano le preghiere.
Vado e questa è la mia strada, vado e so che da questo momento ogni mio respiro sarà come un capitolo di un libro che ancora devo scrivere, vado e il sole mi sta scaldando il cuore, ed io mi lascio amare, amare.
Valentina Guiducci
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